Made in Aotearoa è una serie dedicata a progetti creativi con radici nei propri paesi di origine, guidati da persone che tessono relazioni virtuose con risorse e comunità locali, creando ricchezza e bellezza nei luoghi che abitiamo e visitiamo.
“Viaggi in bici? E quanti chilometri fai al giorno?”
Dipende. E la risposta, inevitabilmente, fa cadere sul viso del mio interlocutore un velo di delusione.
Per me, viaggiare su due ruote non è mai stato una questione di performance, bensì una necessità esperienziale. Per visitare meno ma meglio, per osservare con un ritmo disteso i dettagli che contraddistinguono i luoghi che mi ospitano. A programmare pause intenzionali per addentrarmi, a volte per caso, nel cuore artistico e artigianale.
Dopo Made in Aotearoa Vol.1, la seconda parte è un’avventura attraverso gallerie, artiste, ceramisti, orafe e artigiani che rendono questo angolo del mondo un banchetto culturale per i palati più fini.
KAUKAU
KAUKAU è una galleria itinerante che promuove i nuovi volti dell’arte e il design contemporaneo in Aotearoa. Pittura e fotografia, oreficeria e ceramica, ma anche scultura, arti tessili e alta profumieria, KAUKAU converge ventuno talenti nazionali nei propri spazi espositivi e un negozio online dedicato.
Briana Jamieson è una pittrice e poetessa, i cui soggetti, eterei e al contempo familiari, mi hanno irremediabilmente stregata. Ispirata dalle vedute salmastre su Lyall Bay, dove risiede, e ai semplici piaceri del quotidiano, i suoi dipinti emanano un’atmosfera rassicurante e pacifica, attraverso un arcobaleno di sfumature monocromatiche.
Nel mio appartamento (che al momento esiste solo nella mia testa) è appeso il dipinto Spring Again.
Geometrie organiche e forme fluide sono il linguaggio visivo di Alexandra Dodds, orafa neozelandese radicata in Australia. I suoi gioielli nascono dall’osservazione di superfici segnate dall’erosione e dalla dinamicità del mondo naturale. I metalli preziosi riciclati e i diamanti australiani del commercio equo-solidale sono il cuore materiale delle sue collezioni, realizzate in edizione limitata e scolpite a mano da Alexandra nel suo studio a Sydney.
L'anello sigillo con coppia di diamanti bianchi è nel mio kete dei desideri.

Made Good
Made Good è un negozio neozelandese nato dall’amore per le cose belle create con cura. Dagli arredi e gli utensili progettati per durare nel tempo con materiali riciclati o naturali, ai cosmetici realizzati con ingredienti biologici e cruelty-free, passando per l’abbigliamento confezionato all’interno di filiere etiche e trasparenti, Made Good democratizza il buon design al ritmo di buy once, buy right. Della selezione Made in Aotearoa, Richard Beauchamp e Martino Gamper sono due nomi impossibili da ignorare.
Se in Italia il caffè è un’ossessione, in Nuova Zelanda è una bevanda di culto, e Richard Beauchamp si posiziona come l’artigiano di riferimento per una tazza degna di tale venerazione. Richard è un ceramista con alle spalle una carriera nell’industria del caffè, un’esperienza che deve avergli rivelato i segreti dietro una buona tazzina per consumare il sacro chicco.
Le sue graziose creazioni in gres sono realizzate a mano nel suo studio a Waitaha-Canterbury.
Se il Made in Italy e il Made in Aotearoa avessero un figlio, sarebbe Martino Gamper. Martino Gamper è un designer nato a Merano e residente a Londra, che produce in Nuova Zelanda una delle sue creazioni più iconiche, lo sgabello Arnold Circus II. Inaugurato nel 2006 nell'ambito di un progetto di riqualificazione del primo complesso residenziale popolare di Londra, l’Arnold Circus Stool è un oggetto versatile e giocoso, pratico e ironico e, non da meno, realizzato in plastica riciclata.
Nella mia casa immaginaria, Spring Again approverebbe la compagnia degli sgabelli Arnold Circus in arancione, rosa e cacao.

Public Record
Situata a Tāmaki-Auckland, Public Record è una galleria dedicata all’artigianato, al design e alle arti contemporanee. È uno spazio dove le culture si incontrano, grazie alla partecipazione di ottanta talenti nazionali e internazionali, uniti dall’indagine di un tema condiviso: l’esplorazione dell’identità e delle radici di appartenenza attraverso l’arte.
Walk In The Park è uno studio dedicato all’arte del legno, dove Woo-Lam (Sam) Choi crea oggetti funzionali e scultorei, creando ogni pezzo con interventi di tornitura e lavorazioni manuali nel suo studio ad Auckland. Le sue creazioni nascono da legnami esclusivamente disponibili in Nuova Zelanda.
Sono fresca della lettura di Wabi-Sabi di Leonard Koren1 e non posso fare a meno di vedere gli oggetti firmati Walk In The Park attraverso lo sguardo dell’estetica giapponese wabi-sabi, che invita a apprezzare gli oggetti dalla bellezza imperfetta e impermanente, come il Dusky Moonjar.
Raranga è la pratica attraverso cui Kiriana O’Connell onora le sue radici ancestrali Māori. Conosciuta come flax weaving in inglese, raranga è l’arte della tessitura delle foglie di harakeke, il lino della Nuova Zelanda, una pianta nativa adoperata dai Māori per fabbricare abbigliamento, arredi e oggetti cerimoniali e decorativi.
Raranga è un’attività laboriosa e metodica. Inizia con la ricerca di una pianta adatta, seguita dalla raccolta e l’estrazione delle fibre. Continua attraverso il processo di tinteggiatura, manuale e con pigmenti naturali, per culminare con il lungo e paziente processo di intrecciatura per dare vita ai kete Māori.

Simon Lewis Wards
Simon Lewis Wards ha il dono di trasportare le persone nella propria infanzia e di suscitare uno o due sorrisi lungo il percorso. Simon è un acclamato artista del vetro, noto per la serie Glass Candy, sculture in vetro e ceramica delle celebri caramelle gommose che hanno addolcito i palati di generazioni di bambine e bambini, me inclusa. Bottiglie di cola e umili banane, ma anche cuori e aeroplani, rospi e lamponi, ogni pezzo è un viaggio nostalgico attraverso quegli anni in cui immaginazione, gioco e curiosità sono salvi dall’austerità della vita adulta.
Siccome sognare è gratis, la Big Spill Bag è già appesa nel mio salotto.

Grazie per aver letto fin qui. Scrivo per celebrare chi crea poesie materiali e sensoriali con le proprie mani, perché ogni creazione artigianale è un atto di resistenza contro la tirannia dell’usa e getta.
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Wabi-Sabi for Artists, Designers, Poets & Philosophers, Leonard Koren