La (s)conveniente illusione di Shein e Temu
Shop like a billionaire. Die like a peasant
Esiste un armadio infinito alla portata di un click, un tap. Si aggiorna costantemente con migliaia di nuovi stili a prezzi appetitosi: per l’equivalente di un cappuccino si può acquistare una maglietta, un paio di scarpe a partire dal prezzo di una pizza. Ogni giorno gli scaffali digitali di Shein sono contemplati da milioni di persone, un menù goloso per abbuffarsi senza tregua e dissipare pochi spiccioli senza rimorso.
Con i suoi 6,7 milioni di download, Shein è stata l’app di shopping più scaricata in Italia nel 2024, normalizzando l’ossessione verso un guardaroba ricco di novità, in cambio di scontrini irrisori. Shop like a billionaire, recita Temu, alleato strategico di Shein nel convincere milioni di persone a correre la maratona della convenienza, anche a costo di pagare con la propria salute e quella di chi si ama.
Shop like a billionaire. Die like a peasant
Secondo indagini condotte da istituzioni accademiche e indipendenti1, una serie di prodotti in vendita su Shein conteneva concentrazioni elevate di sostanze tossiche pericolose, tra cui i BPA e i PFAs. Le sostanze sono state rilevate su un’ampia gamma di abbigliamento e accessori per tutte le fasce d’età, dai body per infanti alle scarpe per adulti. I BPA e i PFAs sono celebri forever chemicals, sostanze altamente resistenti ai processi di degradazione naturale: persistono e si accumulano nell’ambiente a lungo, inquinando gli ecosistemi e gli organismi con cui entrano in contatto. Uno degli studi evidenzia che la concentrazione di sostanze pericolose nei prodotti di Shein e Temu sia stata quindici volte superiore al limite massimo stabilito dall’UE2.
Lydia Dupree, biochimica ed esperta di tossicità tessile, sottolinea come siano sostanze particolarmente allarmanti per bambine e bambini: la medesima quantità di BPA e PFAs ha un’incidenza tossicologica maggiore nelle persone con una massa corporea minore. Se i PFAs sono sospettati di favorire alcune tipologie di cancro infantile e di provocare ritardi nello sviluppo, i BPA sono già noti interferenti endocrini, con conseguenze gravi (e non limitate) sulla fertilità di uomini e donne3.
Acquistare da Shein e Temu (e da qualsiasi azienda che sventoli prezzi sospettosamente bassi) è un rischio per la salute personale e pubblica, di persone vicine emotivamente e lontane geograficamente.
Sono decenni che i colossi dell’abbigliamento, in compagnia di alcuni esponenti del lusso Made in Italy, subiscono accuse costanti di schiavitù moderna. Il copione è ampiamente recitato e documentato: turni di lavoro massacranti, ambienti lavorativi insalubri, oppressione di ogni forma di sindacalismo, aggressioni verbali e fisiche, emotive e sessuali, individuali e collettive. Dalla Cina al Bangladesh, dall’India alla Turchia, ma anche dall’Italia al Regno Unito, questa condizione è diffusa tra le 60-75 milioni di lavoratrici4 impiegate nell’industria globale dell’abbigliamento.
È inutile girarci intorno: certe scelte di acquisto sono una garanzia per calpestare l’integrità di milioni di persone e delle reti affettive e sociali di cui fanno parte. Sono scelte (oltreché autolesioniste) anti-femministe, pro-colonialiste e anti-ambientaliste, intrise dell’egoismo più efferato5.
Acquisto, ergo sum
La regina delle soluzioni è, sorpresa sorpresa, acquistare meno. E meglio.
Scegliere aziende impegnate nella creazione di prodotti sicuri è un investimento per la propria salute, a fronte di prezzi giusti e proporzionali alla qualità del prodotto. È fondamentale iniziare dai capi che sfiorano la pelle più a lungo, soprattutto l’abbigliamento intimo. Invito a diffidare di aziende intente a fare dichiarazioni fantasiose (la mia preferita è “bamboo 100% naturale”6), senza certificazioni che attestino l’assenza di sostanze tossiche (o quantomeno il limite entro cui non sono rischiose per la salute). Le più diffuse sono OEKO-TEX® Standard 100, bluesign® e GOTS.
CasaGIN, Cou Cou Intimates e HARA The Label offrono un’ampia gamma di abbigliamento intimo e basico, realizzato con tessuti certificati OEKO-TEX®. Oltre a essere esteticamente incantevoli, sono capolavori di comodità, parola di HARA Girl.

Back Wellnesswear, Organique e Lete Active sono note per capi di abbigliamento versatili, eleganti, casual e sportivi a seconda di come li si abbina. E per chi ama il brio e la pace delle avventure all’aria aperta, Patagonia, Picture e Vaude garantiscono linee di abbigliamento e accessori liberi da sostanze chimiche pericolose.
Se i prezzi di Patagonia possono essere proibitivi per alcune persone, Vinted corre in aiuto. Con i suoi 3,1 milioni di download, Vinted è stata la seconda app più scaricata in Italia nel 2024, influenzando l’adozione crescente di abbigliamento e accessori (quasi) nuovi e usati a prezzi accessibili. Su Vinted sono parcheggiati migliaia di capi dei marchi sopra citati, soprattutto di Patagonia, cercare per credere. In alternativa, un giro su Worn Wear, l’e-commerce gestito da Patagonia per l’acquisto e la rivendita dei prodotti pre-loved del marchio, potrebbe custodire ciò di cui si ha bisogno.
Viviamo in un contesto planetario in crisi, dove lo spirito critico è scoraggiato e la compassione (nella forma della responsabilità individuale) è additata come un passatempo per le radical chic. L’unico pianeta che abbiamo ci implora di limitarci a consumare quanto basta e di ricostruire la nostra relazione con ciò che pensiamo sia necessario. Ci chiede di non soccombere alla rincorsa dell’eccesso, interpretata nei video haul di Shein su TikTok e di Primark su YouTube. Canalizzare le proprie scelte di consumo in una direzione virtuosa è un investimento per il benessere personale e collettivo, visibile e invisibile, attuale e futuro.
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Scrivo Slow Rider perché credo che ogni giorno, nella quotidianità e in viaggio, possiamo fare scelte che onorino i legami di interdipendenza della nostra specie con la Terra. Se hai trovato valore nelle informazioni e risorse condivise, mi puoi ringraziare con un caffè ☕
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🔎 Lydia Dupree cura una lista dettagliata di marchi di abbigliamento non tossici.
🐘 Ho adottato un elefante. Si chiama Long’uro e puoi adottarlo anche tu.
🤎 El Apapacho Comunidad de Café, il gruppo di ciclisti e cultori del caffè che mi ha istruita nella nobile arte della preparazione del sacro chicco mentre ero in Messico, è stato nominato su The Best Coffee Shops: Mexico. Seleziona Apapacho (Querétaro) in questa lista e vota sulla fiducia. E quando visiterai Querétaro, capirai.
GreenMe pubblica riassunti precisi degli studi coinvolti. Suggerisco questo articolo del 2024 e questo pubblicato recentemente.
Si stima che il 75% della forza lavoro dell’industria tessile globale sia composta da donne.
Non mi dilungo ulteriormente perché ci ha pensato Tansy E. Hoskins con Il libro della moda anticapitalista.
Bamboo is Not Natural di Mairin Wilson.



