Small is Beautiful. In bicicletta attraverso Huia e Karekare
Una pedalata attraverso due piccole località di grande bellezza
A circa due ore di bicicletta da Auckland si estende il Waitākere Ranges Regional Park. Spiagge immense di sabbia vulcanica, foreste native sovrastate da un clima imprevedibile, sorgenti cristalline che confluiscono in cascate maestose. Nonostante la sua vicinanza ad una metropoli da 2.8 milioni di abitanti, il Waitākere Ranges è un luogo isolato dove serpeggiano stradine strette, tutte curve e dislivello, puntellate da sporadici villaggi costieri. Un po’ per caso, un po’ per necessità, ho pedalato e soggiornato attraverso due di essi, Huia e Karekare.
Huia, si parte
Io e Alessandro abbiamo pedalato in direzione Huia dopo aver trascorso 10 giorni a Blockhouse Bay, un sobborgo di Auckland, tappa inaugurale del nostro viaggio in Aotearoa Nuova Zelanda. La pedalata da Blockhouse Bay in direzione Huia è stata un cocktail amaro di emozioni contrastanti. Huia si trova a ovest di Auckland, ci si arriva attraverso strade sull’orlo di essere inghiottite dalla vegetazione e attraversate dalle splendide melodie dei tūi, un uccello endemico del paese. Una gioia da percorrere sì, a patto che si pedali fuori dall’ora di punta e il fine settimana.
Se escludiamo le ciclabili urbane e i percorsi cicloturistici creati ad hoc, l’infrastruttura stradale di Aotearoa pecca in fatto di sicurezza. Oltre alla quasi totale mancanza di una banchina (una banchina!), si somma il fatto che il 94% dei neozelandesi intervistati nella Great Driver Survey del 2024 si reputa guidatori mediocri o pessimi. E dalla prospettiva delle due ruote si nota. Le strade che portano a Huia non fanno eccezione e, sebbene siano paesaggisticamente straordinarie, le cattive abitudini di guida altrui le rendono itinerari ciclistici stressanti.
Tre ore, quaranta chilometri e mille metri di dislivello più tardi, siamo stati accolti dall’incantevole Huia Bay e la curiosità dei suoi abitanti. Se ricevessi un euro per ogni volta che siamo stati fermati dalla curiosità altrui durante questo viaggio, potremmo pedalare a zonzo per un altro anno intero:
“Da dove venite?”—“Ah, bella l’Italia 🍕”
“Sono biciclette elettriche, vero?”—“Ma come no? Siete pazzi 🤌”
“Avete acqua e cibo a sufficienza? Un posto per domire?”—“Vi lascio comunque il mio numero, non si sa mai. E se passate da [nome di una qualsiasi città neozelandese] venite a trovarmi 🫂”
A Huia abbiamo accampato per una notte, godendo della compagnia di galli grossi come labrador e di un cielo traboccante di stelle.
Karekare, arriviamo
Al mattino seguente siamo partiti alla volta di Karekare, una località affacciata sul versante ovest del Waitākere Ranges. Si trova a circa trentasette chilometri e (altri) mille metri di dislivello da Huia, attraverso strade dai nomi evocativi come Woodlands Road e Scenic Drive. Due nomi una promessa.
Più che un villaggio, Karekare è una comunità di case disperse nella foresta. Non mancano i servizi di base, presenti sì, ma diversi da ciò a cui siamo abituate in Italia. Invece del bar troverete il surf life saving club, al posto della chiesa un tempio induista aperto a tutte le filosofie e religioni, mentre il parco giochi è interpretato dalle Karekare Falls. Le opzioni per gli alimentari sono due: raggiungere il supermercato più vicino a trenta chilometri di distanza o attingere ai doni di un orto proprio. L’unico servizio essenziale che ci accomuna è la caserma dei pompieri, indispensabile in un luogo dove summer season fa rima con fire season, a causa dell’elevato rischio di incendi influenzati dall’aumento di eventi meteorologici estremi, esacerbati dal cambiamento climatico1.
A Karekare abbiamo soggiornato come volontari per un mese nell’accogliente comunità di Sacred Earth, un’esperienza che racconterò in una delle prossime newsletter. Nel frattempo, per leggere attraverso occhi diversi della prima fase del nostro viaggio in Aotearoa, ti consiglio gli articoli Attraverso la Terra dalla Lunga Nuvola Bianca e Due mesi in Nuova Zelanda scritti da Alessandro.
Se digiti su un motore di ricerca Huia o Karekare—e probabilmente centinaia, se non migliaia di altre piccole località sparse in Nuova Zelanda—i risultati potrebbero lasciarti indifferente. Non sono mete patinate come la vicina Piha o la deliziosa Raglan. Eppure per me il loro fascino risiede proprio nella bellezza inaspettata e rivelatrice di una natura imponente, appena sfiorata dalla piccola, limitata presenza umana.
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Tra le innumerevoli conseguenze del cambiamento climatico, vi è la rapida diffusione e l’intensità crescente degli incendi su tutti gli ecosistemi terrestri. Lo illustra un report del 2022 della United Nations Environmental Program.