A Westport non c’è nulla da fare.
Ho sentito spesso questa frase durante la mia permanenza a Westport, pronunciata da chi approdava per la fugacità di una notte o soggiornava per settimane. Qualche volta ho accolto con un cenno del capo tale esclamazione, in altre occasioni mi sono interrogata sul suo significato più profondo, chiedendomi se rivelasse più sulla persona che la enunciava e la propria idea di viaggio, piuttosto che sul luogo in sé.
Alterno frequentemente i due nomi ufficiali con cui sono conosciute le località a cui mi riferisco: la formula anglofona e quella in te reo Māori.
Westport in inglese, Kawatiri in te reo Māori
West Coast è Te Tai Poutini
E Nuova Zelanda? Aotearoa
Westport è l’insediamento urbano più popoloso lungo la West Coast, una regione accarezzata dagli imprevedibili umori di Te Tai o Rēhua, il Mare di Tasman, al largo di Te Wahipounamu, l’Isola del Sud. Non gode del magnetismo glaciale di Aoraki-Monte Cook e non è celebre come i profili monumentali dei fiordi di Piopiotahi-Milford Sound. Nessuna delle oltre 150 località dove è stata filmata la trilogia del Signore degli Anelli è nei dintorni di Kawatiri, eppure il successo del blockbuster tolkeniano ha indubbiamente accellerato il posizionamento di Aotearoa come una meta ambita per i suoi paesaggi naturalistici. Eppure nelle liste delle mete indispensabili da visitare in Nuova Zelanda non c’è traccia di Kawatiri.
Perché, apparentemente, a Westport non c’è nulla da fare.
Le attività in cui immergersi a Kawatiri sono al servizio del viaggio esperienziale, non orientate verso l’imperativo di fare shopping nei negozi migliori, provare la migliore gastronomia locale o scattare la foto perfetta nel migliore punto di interesse, dove l’aggettivo migliore, secondo la tradizione della viralità infettiva dei social media, è sinonimo di scontato, mainstream, spesso scadente.
Westport non si misura secondo la logica del turismo convenzionale, il cui vangelo recita “mettiti in posa e consuma più che puoi”, piuttosto che “vivi il momento e goditi l’esperienza”. Trascorrervi del tempo è un viaggio sensoriale fuori dai percorsi battuti, intimo ed introspettivo. È un invito ad accogliere la JOMO e voltare le spalle alla FOMO, alla necessità di rivedere il viaggio come esperienza di scoperta personale e interpersonale.
Fama o infamia?
Sono trecento milioni i turisti internazionali che hanno viaggiato nei soli primi tre mesi del 20251. Sebbene i servizi turistici siano indispendabili per lo sviluppo economico di innumerevoli territori, il sovraffollamento turistico distrugge, inquina e impoverisce quei luoghi iconici in cui molte di noi sogniamo di mettere piede almeno una volta nella vita. Maya Bay si è vista distruggere l’80% della propria barriera corallina. Chi risiede a Roma e Firenze deve sopportare un’invasione umana costante, tollerare l’abbassamento della qualità di vita e l’erosione del proprio patrimonio artistico e culturale. Accade a Bali e Oaxaca, Barcellona e Phuket, Amsterdam e Sagaramāthā-Chomolungma.
È noto che la pressione antropica esercitata dall’overtourism sia correlata alla tendenza di usare i social media come motore di ricerca per pianificare itinerari di viaggio. Trascorrere del tempo fuori dai confini della quotidianità è diventata una maratona alla rincorsa dei luoghi apparsi, prima della partenza, sul feed di TikTok. Località che promettono incantevoli vedute instagrammabili, dove annoiarsi è illegale e l’escapismo all’ordine del giorno.
Westport è salva dalla (dis)grazia del turismo di massa, ed è proprio questo a renderla una destinazione incantevole. Non rivela un granché se giudicata dalla superficie, ma osservando sotto il livello dell’acqua, è più ricca di quanto si immagini.
Lista non esaustiva di attività da fare a Westport
Surfare è il primo motivo che rende Kawatiri speciale. Niente surfcamp e surf break sovraffollati, l’assenza di masse di turisti rende le sue spiagge accessibili a tutti i livelli. Con un po’ di fortuna, una famiglia di delfini di Hector potrebbe decidere di farsi una nuotata tra le stesse onde condivise da bagnanti e surfisti. Trovatemi una cosa migliore di questa.
Pedalare e passeggiare lungo North Beach, Tauranga Bay e Ōkari Beach regala viste indimenticabili su Te Tai o Rēhua e i picchi del Paparoa Mountain Range. Le spiagge si intrecciano con sezioni del Kawatiri Coastal Trail, un percorso di 40 chilometri attraverso foreste native, specchi d’acqua salmastri e scogliere affilate, con un’infinità di punti panoramici invisibili agli algoritmi di Meta.
Una passeggiata in spiaggia è un incontro garantito con esemplari di pounamu, conosciuta anche come greenstone, una pietra essenziale nella cultura neozelandese e l’universo māori, con cui si ricavano gioelli e molteplici oggetti decorativi e cerimoniali. La pounamu abita quasi esclusivamente lungo la West Coast e, nonostante i prodotti in greenstone si possano trovare in lungo e largo in Aotearoa, Te Tai Poutini ospita workshop artigianali e piccole gallerie d’arte che onorano l’eredità artistica e culturale di questo materiale, dalla raccolta iniziale fino all’elaborazione finale.
Secondo Lonely Planet, la strada di collegamento tra Wesport e Greymouth, The Great Coast Road, è tra le dieci strade costiere più belle al mondo. Che si percorra in alta o bassa stagione, la strada è silenziosa e la presenza umana minima. Stretta tra spiagge immacolate su un versante e l’oceano smeraldo dei boschi nativi su quello opposto, solo la strada in sé è una gioia sensoriale. Lungo il percorso si trovano innumerevoli percorsi escursionistici come il Punakaiki-Pororari River Loop o The Paparoa Track, una delle iconiche great walks di Aotearoa.

Sono arrivata a Kawatiri con l’idea di rimanervi per un giorno. Un giorno è diventato un mese, un mese sono diventati sei. I suoi ritmi lenti e l’accesso ad una natura maestosa e implacabile permettono di entrare in connessione profonda con sé stessi, lontani dai rumori e le distrazioni di stili di vita che prosciugano e non riempiono. Che iperstimolano e non gratificano. Che distruggono e non tutelano.
Tauranga Bay è la spiaggia più celebre di Westport, venerata per le sue onde da chi surfa, da residenti e passanti per i suoi sentieri panoramici. In te reo Māori tauranga significa porto sicuro, luogo di riposo. Sorrido nel constatare che si abbina alla perfezione alla mia esperienza di viaggio vita lungo la West Coast.
Spingersi intenzionalmente fuori dai propri confini, con empatia personale e interpersonale, è l’essenza più pura di viaggiare fuori dai sentieri battuti. Come direbbe Sam Bleakley, il senso più profondo dell’immergersi sotto la pelle dei luoghi.
Grazie per aver letto fin qui 🫶 Se qualcuna nel tuo raggio di azione può trovare valore in ciò che scrivo, inoltrale questa newsletter 💌
Support Now
Buy Support Now è un invito a comprare una cosa in meno e sostenere una causa in più ogni mese.
Only One e WWF New Zealand hanno lanciato una campagna di raccolta firme per esortare l’attuale governo neozelandese a proteggere il 30% delle proprie acque territoriali entro il 2030.
Aotearoa è la casa di una vita marina straordinaria. Dai delfini di Hector in pericolo di estinzione, ai kororā—piccoli pinguini blu—, ai santuari di kelp e agli ecosistemi unici nelle profondità dell’oceano. Una ricchezza minacciata dalla pesca commerciale eccessiva, l'inquinamento e il cambiamento climatico.
Questa campagna è importante perché:
Aotearoa vanta uno dei più grandi territori marini del mondo, ma meno dell'1% è adeguatamente protetto.
Fino al 90% delle specie di uccelli marini e il 22% dei mammiferi marini sono minacciati o a rischio di estinzione.
Il paese è un hotspot di biodiversità globale, la culla di migliaia di specie che non si trovano in nessun altro luogo sulla Terra.
Puoi sostenere la campagna contribuendo con la tua firma al seguente link: only.one/act/30x30-new-zealand.
Alcune volte, mentre surfavo, ho avuto il privilegio di incontrare i rarissimi delfini di Hector. Sono creature maestose e meritano di essere tutelate, così che anche chi verrà dopo di noi possa vivere l’emozione di questi incontri magici.
Io ho già firmato. E tu? 🐬
World Tourism Barometer from UN Tourism | UN Tourism